
MARE NOSTRUM
Benvenuti nel mondo di Min'Art, dove il mare continua a vivere attraverso il dipinto.
“Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo”
Chi sono?
Il mio nome è Mino Alessio
Da sempre amante del mare, di ogni sua sfaccettatura e luce, della sua storia e cultura, al di sopra e al di sotto della sua superficie.


Vieni nel mio Mare

I BARRACUDA
Acrilico 120x120 cm composto da due tele montate su cornice in tech, fatta a mano

IL PALLONE DI ACCIUGHE
Acrilico e foglia d'argento 57x57 cm su pannello telato, montato su cornice in tech marino, fatta a mano.

I GAMBERI DI SANTA
Acrilico e gesso 60x70 cm su pannello telato, montato su cornice in polistirene trattata a foglia d'oro e intarsiata con punta termica

BELLAVISTA
Acrilico 40x30 cm su
cartoncino pelato

PESCI BOTTONE
Tecnica mista con gesso, foglia d’oro, acrilico e rilievi 40 × 50 cm montato su cornice in tech marino, fatta a mano

TROPICAL
Acrilico su cartoncino 20 × 30 cm su passepartout bianco
Oceani di Memoria
Bibliografia per una pittura che sa di sale marino
Non ho ereditato il mare, ma il suo richiamo mi abita da sempre.
Mio nonno paterno, Giacomo, era ufficiale della Marina mercantile. Morì in mare aperto, durante una traversata, colpito dalla peste mentre cercava di salvare uno dei suoi uomini. Fu sepolto tra le onde, avvolto dalla stessa immensità che aveva servito con onore.
Mio nonno materno, anch’egli di nome Giacomo, navigava su un bastimento che trasportava derrate alimentari dalla Sicilia a Genova. Il suo mare era quello del lavoro quotidiano, della sopravvivenza, del commercio e del vento favorevole.
Il mio nome è Giacomo. Chissà perché.
Entrambi vivevano sull’acqua. Io dipingo per continuare quel viaggio.
Non ricordo di preciso quando ho cominciato ad amare il mare. Comunque sono nato a Genova da genitori siciliani.
Certo che ho imparato a nuotare sott'acqua prima ancora di galleggiare. Tenevo gli occhi aperti, andavo a solleticare i piedi di mio padre e ritornavo a riva dove si toccava.
Trattenere il fiato e mettere la testa sott'acqua è diventato il mio modo di vivere il mare.
Poi, finalmente, al liceo ho incontrato il mio insegnante di chimica, che mi ha introdotto alla pesca in apnea. Ricordo ancora adesso quanta emozione provai nelle prime immersioni a Capo Testa, nel nord della Sardegna, accompagnato dai suoi saggi consigli.
Esplorare quei pinnacoli di granito abitati dalle cernie, nell'acqua cristallina, mi mozzava il fiato.
Scendere su quei fondali, trattenendo il respiro, nel grande silenzio, mi portava un assoluto senso di benessere.
Per molti anni la pesca in apnea è diventata il mio stile di vivere il mare. Ho imparato ad osservare le abitudini di ogni abitante marino, calandomi nella loro realtà subacquea, sempre meno goffamente, fino a raggiungere una discreta acquaticità, interpretando il movimento con armonia. In questo modo ho potuto vedere da vicino grandi ricciole, enormi cernie, grossi dentici e molti altri esemplari. Queste immagini sono rimaste scolpite nel mio animo emozionato. Sono le stesse immagini che ripropongo nei miei dipinti.
Trattenere il fiato e mettere la testa sott'acqua è diventato il mio modo di respirare e vivere il mare.
Ogni tela è un frammento di quel mondo: una vela all’orizzonte, un faro lontano, una burrasca che non fa paura ma appartiene. I miei colori sono mescolati a storie non dette, a nomi sussurrati nel rollio delle onde. Ho letto romanzi di Conrad, seguito le ricerche di Jacques Cousteu, studiato libri di biologia marina.
Ho ascoltato la luce obliqua del tramonti sul mare, ma il mio vero alfabeto è fatto di racconti tramandati e di un senso d’appartenenza che non si misura a parole.
Questa non è una bibliografia. È una rotta tracciata sul cuore.
Un viaggio che continua ogni volta che il pennello sfiora la tela, e che spero vi accompagni — spettatori, viaggiatori, lettori — in un tratto del vostro mare interiore.


